New York Storie

Ho fatto due cose illegali negli Stati Uniti

Ho fatto due cose illegali negli Stati Uniti e tutte e due nello stesso giorno.
La prima è stata comprare delle lenti a contatto. La seconda non scendere dalla metro a fine corsa.


Forse non tutti sanno che per comprare delle normalissime lenti a contatto negli Stati Uniti serve la ricetta medica. Io di certo non lo sapevo e in valigia ho messo solo qualche pacchetto di lenti giornaliere per i primi giorni, adottando la regola del “tanto lo compro là”.

Finita la scorta, entro nel negozio di ottica più vicino indossando il mio ultimo paio di lenti e tutta la mia ingenuità. Scopro, così, che gli ottici americani tengono in grande considerazione le regole, come se la loro fosse una missione. L’unico modo per acquistare le lenti sarebbe sottopormi a una costosa visita oculistica, ovviamente non coperta dalla mia assicurazione sanitaria.


Sono miope con -5 quindi l’opzione di fare a meno delle lenti non è percorribile. Ho con me gli occhiali, ma li trovo scomodi e mi fanno somigliare alla mia professoressa di italiano delle medie. E se reincontrassi il bel ragazzo con gli occhi blu che mi ha sorriso ieri in metro proprio mentre sembro una professoressa di italiano?


Metto in moto tutte le mie poche conoscenze in città, sperando che qualcuno abbia le mie stesse diottrie e sia munito di prescrizione per andare a comprare le lenti al posto mio, ma è difficile trovare simili talpe.


L’unico che ha una soluzione è Alex, che vorrebbe spedirmi a Chinatown da un tizio che conosce che vende lenti a contatto di contrabbando. Per il momento mi sembra l’opzione migliore.


Nel frattempo ho attivato anche mezza Italia. La mia amica Claudia, che ha sempre una via d’uscita alle situazioni più assurde, riesce a farmi avere la foto di un certificato (meglio definibile “carta straccia”) che attesterebbe che io, attualmente qui a New York, sono riuscita a fare una visita oculistica specialistica la mattina stessa in Italia.


Torno il giorno seguente dall’ottico sperando che non si metta a interpretare quel pezzo di carta igienica scritto in italiano. Cerco di fargli gli occhi dolci, ma a questo punto non ho più lenti a contatto e con gli occhiali addosso non mi riesce tanto bene.


Per fortuna si perde nei suoi ricordi di gioventù a sciare sulle Dolomiti e mi consegna le preziosissime lenti a contatto senza fare altre storie. Esco trionfante su Flatbush Avenue e vorrei baciare il primo che passa. Soprattutto se fosse il tipo della metro.


La seconda cosa illegale che ho fatto negli Stati Uniti è stata un paio d’ore dopo ed e stato non scendere dalla metropolitana a fine corsa e rischiare di finire in deposito.


Avevo letto su un blog che a Downtown Manhattan, sotto la City Hall, c’è una bellissina stazione della metropolitana abbandonata in stile liberty. La stazione fantasma non si può visitare ma il blog in questione suggeriva un espediente: prendere la Linea 6 della subway in direzione Downtown e, al capolinea di Brooklyn Bridge, quando l’autista grida “Last stop!!!!”, restare a bordo un po’ nascosti e aspettare che le porte si chiudano dopo che tutti gli altri sono scesi. Il treno vuoto, quindi, dovrebbe riprendere la corsa verso sud ed effettuare un’inversione a U proprio nella stazione fantasma, prima di tornare indietro e correre verso il nord di Manhattan.


Quando tutti scendono e le porte si chiudono, quindi, resto a bordo e sono elettrizzata. Ci sono solo io su questo treno e nessuno sa che sono qui. Ma un pensiero quasi subito mi turba: merda, ci sono solo io su questo treno e nessuno sa che sono qui!!!


E se il blog sbagliasse e non ci fosse nessuna inversione a U? Se il treno fosse a fine servizio e andasse in deposito? Sono le 7 di sera. Ok, al massimo telefono per chiedere aiuto, mi dico. Ma come telefono che siamo sottoterra e non c’e linea?


Va beh, nella peggiore delle ipotesi passo la notte qui, il bagno c’è e ho persino una mela.


Ma poi mi viene un dubbio: e se non fossi sola? Se qualche teppista si nascondesse su un altro vagone pronto ad aggredirmi? Inizio a immaginare scene da film trash degli anni Ottanta, quando New York era piena di gang criminali che si davano battaglia nelle metropolitane. E i ratti? New York è piena di ratti! Mi aspetto un esercito di ratti che salgono sul treno passando sotto le fessure delle porte per divorarmi viva.


Nel frattempo il treno effettivamente fa inversione e senza accorgermene sono di nuovo alla stazione di Brooklyn Bridge.


La stazione fantasma non l’ho vista. Forse perché ero troppo spaventata o forse perché avevo ancora addosso gli occhiali mezzi appannati. Comunque, visto che sono sopravvissuta, ci riproverò.

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