New York Storie

Le vite degli altri

Prima o poi qualcuno mi darà della stalker. Lo ammetto, mi piace farmi gli affari degli sconosciuti, provare a entrare per un minuto nelle loro vite, immaginare chi sono, cosa fanno, cosa desiderano. Trovo le persone così interessanti.


Le osservo al parco o in metropolitana, cerco di intercettare qualche frase dai loro discorsi e telefonate. Quando passo accanto a una finestra aperta mi viene naturale dare una sbirciata furtiva. Cosa staranno guardano alla tv? Hanno litigato per scegliere cosa ordinare per cena? C’è un gatto alla finestra. E se quel gatto fosse il mio gatto? E se quella casa fosse la mia casa?
Mi chiedo: chi sono queste persone attorno a me?


Non mi sento troppo in colpa per queste piccole invasioni della privacy. In fondo, qualcuno potrebbe fare lo stesso con me.


Mentre trascino la mia valigia pesante all’aeroporto, qualcuno potrebbe chiedersi se parto o arrivo.


I turisti che mi incrociano mentre corro sul ponte di Brooklyn, potrebbe domandarsi se anch’io sono a New York temporaneamente o se abito qui. E nel secondo caso, da quale parte del ponte? Manhattan o Brooklyn? “The City” o “BK”?


Mentre pago al supermercato la mia spesa di solo cibo italiano, forse la cassiera pensa che abbia nostalgia di casa.


L’uomo accanto a me tra gli scaffali dell’Housing Works Bookstore che mi vede sfogliare per secoli un libro dopo l’altro può domandarsi se alla fine mi deciderò a comprarne uno, se è per me o sto cercando un regalo.


Qualcuno potrebbe chiedersi perché sto piangendo sulla linea 3 della subway per tutto il tragitto dalla 55th Street a Franklin Avenue.


Qualcun altro magari prova a indovinare chi è il ragazzo che beve vino rosso con me, mentre osserviamo i pattinatori imbranati sulla pista di ghiaccio di Bryant Park. Un amico, un collega, un fidanzato, un primo appuntamento?


Questa città è piena di connessioni umane. Mi passano accanto e mi sfiorano milioni di sogni, dubbi, paure.


Posso girare il mondo, entrare in palazzi grandiosi, vedere opere d’arte magnifiche, ma lo spettacolo più affascinante, per me, rimane sempre la vita.

[ New York ]

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