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Cosa vedere a Tallinn (e del perché viaggio da sola).

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Le città che amo di più sono quelle dove sono stata da sola. Capitano, a volte, in momenti particolari. Arrivano viaggi che non si sa il perché, li scelgo quasi senza pensare, sento solo che lo devo fare. Poi, quando li vivo, tutto quadra. Sempre. Come per magia, appare un senso e i miei pensieri vanno in ordine. Come se quel viaggio fosse esattamente ciò che serviva. Al posto giusto nel momento giusto.

Altre volte viaggio da sola semplicemente perché ho bisogno di stare con me stessa e sentire le cose più profondamente. Quando vivo un luogo da sola, lo sento di più. E’ come se tutto fosse amplificato. Ho tutto il tempo del mondo per fermarmi dove voglio e per quanto voglio. Minuti. Ore. Non importa.

Ho tutto il silenzio del mondo. Anche in mezzo a voci, clacson e martelli pneumatici. Posso anche tacere, ascoltare e basta. Registro tutto. Colori, suoni, profumi, sapori. Lo faccio in testa e sul mio taccuino di viaggio, dove spesso mi trovo ad annotare anche minuscoli dettagli. Cose quasi insignificanti catturano la mia attenzione e mi fanno scrivere per ore.

Guardo tutto. Guardo le persone. Mi piacciono da morire le persone. Me le immagino vivere. Camminano: dove vanno? Parlano: cosa dicono? Stanno ferme e sembrano pensare: a chi pensano?

I luoghi dove sono stata da sola mi si appiccicano addosso e li sento come se fossero un pezzo di me, come se ognuno di essi contribuisse a darmi una forma o, più spesso, a ricordarmi chi sono.

Sono gelosa dei luoghi che ho visto da sola. Sono miei. Quando torno, le persone mi chiedono di raccontarglieli, ma io non voglio. Sono troppo intimi. Sarebbe alzarmi la pelle e lasciar vedere a tutti cosa c’è sotto. Sento che è qualcosa di mio, diventa difficile descriverlo. Ci riesco solo se sto al computer, foglio bianco come un diario che nessuno leggerà mai. Parlo con me e basta.

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Vista dalla terrazza di Kohtuotsa, collina di Toompea

Tallinn è uno di quei viaggi che ho vissuto da sola e di cui sono gelosa. Però è anche una città fantastica, un cuore medievale circondato da una cintura di modernità e progresso, e la vorrei raccontare.

La mia Tallinn è d’inverno. Scendo dall’aereo che nevica. Seduta sul sedile posteriore del taxi che mi sta portando all’albergo guardo i fiocchi sottili che cadono sulla periferia in forte sviluppo della capitale estone. Sui palazzi nuovi pieni di uffici di avvocati e studi di architettura, sui centri commerciali futuristici, sulla grande ruota panoramica illuminata di rosso.

In questi giorni, poco prima di Natale, gli estoni vanno a pattinare sulla pista di ghiaccio sotto il campanile della chiesa di Sant’Olav, bevono una tazza di glögg caldo nella piazza del municipio attorno al grande albero decorato con luci dorate, scivolano sicuri sulle lastre di ghiaccio che ricoprono i marciapiedi meno battuti, come se indossassero gli sci.

Pensavo che gli estoni fossero riservati e piuttosto seri, più Est Europa. Invece li ho trovati scandinavi. Cordiali, sorridenti, biondi e bellissimi. Non hanno nulla, almeno per quanto ho visto, della ferocia attribuita da Tacito ai loro antenati barbari.

Un’altra cosa che mi piace degli estoni è che amano la libertà. Questa terra è stata quasi sempre occupata da stranieri e, oggi, va molto fiera della sua lingua, della sua identità e persino della sua musica popolare.

Tallinn, quartiere Kalamaja

La cultura estone è un mix di influssi scandinavi, tedeschi, danesi e sovietici. Di quest’ultimo aspetto, dopo l’indipendenza dall’influenza sovietica nel ’91, è rimasto poco o nulla, giusto qualche souvenir kitsch per i turisti. Il gusto per il design pulito e lineare è, invece, molto nordico.

La lingua estone somiglia al finlandese e comprende le più assurde combinazioni di vocali. Tra le parole più lunghe – e francamente impronunciabili – del vocabolario ci sono: jäääär (dove finisce la banchina) e kuuuurija (lo studioso della luna). Provate a metterle insieme in una frase e l’inceppamento della lingua è assicurato. Io sono stata molto meno ambiziosa e, con tutti i miei sforzi, sono riuscita a imparare solo due parole: tere (buongiorno, salve) e aitäh (grazie). Ho cercato di memorizzare anche arrivederci (tere hommikust) ma non sono proprio riuscita a ficcarlo in testa, quindi sono andata avanti con dei gran “grazie” anche al momento di salutare: “Aitäh! Ehm e… aitäh… aitäh, eh!”.

Le dimensioni urbane di Tallinn sono particolarmente ridotte, una micro-capitale che si può girare tranquillamente a piedi, almeno nella parte centrale tra la Città Vecchia e la collina di Toompea, vale a dire dove si trovano la maggior parte dei monumenti e dei luoghi di interesse da visitare.

Anche l’aeroporto è molto comodo, a soli 15 minuti di taxi o Uber dal centro. Appena fuori dal centro storico – tutti raggiungibili a piedi in meno di mezz’ora o con i moderni tram che servono la città – si trovano il quartiere cool di Rotermann, la capitale della creatività Telliskivi, l’affascinante abitato tradizionale di Kalamaja dove si respira ancora un’aria rétro, e il parco Kadriorg (o Kadrioru in estone), polmone verde della città con all’interno lo sfarzoso palazzo imperiale fatto costruire dallo zar di Russia, oltre a vari musei interessanti.

Cosa vedere a Tallinn: Città Vecchia

Tallinn, uno degli ingressi alla Città Vecchia cinta dalle mura medievali

La Città Vecchia di Tallinn è decisamente il cuore turistico della capitale estone, imperdibile se si vuole assaporare il passato storico della città nelle tante tracce lasciate tra gli edifici medievali conservati con rigore e le stradine acciottolate dall’atmosfera romantica. E’ in questa zona che, purtroppo, si ferma la maggior parte dei visitatori, evitando di varcarne i confini delimitati dalle vecchie mura medievali e perdendosi, così, le tante sfaccettature di questa capitale affacciata sul Baltico che ha sì una forte connotazione storica, ma anche una grande propensione alla contemporaneità, alla tecnologia, alla creatività e all’innovazione.

La Città Vecchia (Vanalinn) è abbracciata dalle mura medievali, punteggiate da dodici torri fiabesche con il tetto a punta che, tra l’altro, hanno nomi particolarmente curiosi: “Margherita la grassa” (Paks Margareeta) e “Uno sguardo in cucina” (Kiek in de Kök), tanto per citare i più insoliti.

Questa parte della città permette di fare un balzo indietro nel tempo e immaginarsi tra dame e cavalieri. Camminare tra i ciottoli della Città Vecchia fa venire voglia di rallentare il passo. Gli edifici sono esclusivamente storici, molti dei quali erano le case dei ricchi mercanti tedeschi o le Gilde, le sedi delle potenti corporazioni della Lega Anseatica che dominavano i commerci tra il Baltico e l’Europa continentale. Tra queste, le più celebri sono la Grande Gilda (sede dei mercanti più facoltosi che oggi ospita un museo), la Confraternita delle Teste Nere (quartier generale dei mercanti scapoli) e le Tre Sorelle, edifici trigemellari espressione dell’architettura gotica dell’Est Europa.

Ci si può anche perdere tra strade strette e gallerie che spuntano tra gli edifici, ma prima o poi capiterà sempre di ritrovarsi al centro, nella Raekoja Plats, all’ombra del grande municipio gotico costruito tra il 1371 e il 1401, che dà il nome alla piazza stessa. L’altissima torre del municipio (ben 64 metri) è uno dei simboli più fotografati della città. La forma è insolita e ricorda quella di un minareto più che una guglia occidentale. Si dice, infatti, che sia stata progettata proprio prendendo spunto dagli schizzi realizzati da un esploratore in Medio Oriente.

D’inverno, Raekoja Plats diventa un piccolo villaggio di Natale, con il grande albero illuminato di luci dorate attorno al quale trovano posto la giostra dei cavalli e i chioschetti che vendono glögg fumante (il vin brulè locale), dolcetti, panini con salsicce di maiale e crauti, ma anche prodotti artigianali come guanti e calze in lana fatti a mano. Per gli amanti del genere, Raekoja Plats ospita anche un’antichissima farmacia ancora in attività dal millequattrocento.

Nella Città Vecchia si trovano la maggior parte dei caffè, pasticcerie con tante delizie invitanti, ristoranti e taverne in stile medievale accuratamente allestiti, come l’Olde Hansa e il Peppersack che si trovano in edifici storici autentici, con sale affrescate, camerieri in costume e piatti che ricalcano fedelmente le ricette del passato. Un modo per alimentare l’effetto “macchina del tempo”.

Dalla piazza del municipio parte Viru Tänav, la classica via dei negozi che sfocia nell’omonima porta al limite sud della Old Tallinn, sotto le cui mura si trova il mercato stabile di colorati fiori freschi e quello della lana (Viru turg), dove corpulente signore sferruzzano calze, guanti e cappellini.

E’ al di là di porta Viru, sorvegliata dalle due imponenti torri di guardia cilindriche, che si apre la Tallinn più moderna con Rotermann, la zona cool della capitale baltica, che potrebbe tranquillamente stare a Londra o New York. Rotermann è la nuova vita del quartiere ex industriale di cui rimangono i grandi edifici in mattoni rossi a vista, sormontati da ciminiere spente, che ora ospitano negozi e ristoranti di design con cucina fusion e boutique dei grandi marchi internazionali.

Cosa vedere a Tallinn: Toompea

La cattedrale di Aleksandr Nevsky vista dal campanile del duomo (Toomkirik)

L’altro fulcro di storia a Tallinn è la piccola collina di Toompea. Più tranquilla e silenziosa della Città Vecchia, Toompea è un luogo speciale anche per gli impressionanti panorami che offre sulla distesa di tetti rossi della città bassa. Si può raggiunge percorrendo due strade in leggera salita, dette Gamba lunga e Gamba corta, proprio sopra la chiesa di Sant’Olav (Oleviste kirik), nel cui piazzale d’inverno viene allestita la pista di ghiaccio.

A Toompea si trovano la casa del Primo Ministro estone e due delle chiese più amate della città. La prima è l’edificio austero del duomo, anche chiamato Toomkirik, ovvero “chiesa a cupola”, nonostante di cupole non ce ne sia nemmeno l’ombra. Pare, infatti, che il nome derivi da una storpiatura del tedesco per “cattedrale”: dom.

Niente cupole, ma un altissimo campanile dalla guglia nera che fa da contrasto con il cielo blu spazzato dal vento del Baltico e che regala una vista spettacolare e un silenzio di pace. In cima al campanile una finestra si apre sulle forme tonde e vivaci della vicina cattedrale ortodossa di Aleksandr Nevsky, tanto in contrasto con il duomo grazie alle sue panciute cupole a meringa, alle facciate dipinte di bianco e rosso e arricchite di cornici e mosaici e alla profusione bizantina di oro degli interni.

Ai piedi della cattedrale ortodossa si può ammirare una delle viste più incantevoli della città. Le possenti mura e le torri che svettano su di esse fanno immaginare cortei di cavalieri in armatura pronti a varcare la porta e fare il loro ingresso scintillante in città.

Il panorama più contemplativo, oltre a quello del campanile di Toomkirik, è però quello dal belvedere di Kohtuotsa (Kohtuotsa vaateplats), una terrazza silenziosa in cui fermarsi ad ammirare i camini fumanti che spuntano dai tetti rossi della città bassa e, più in là, il grande e freddo Baltico, le navi che arrivano in porto dopo aver navigato il gelido Golfo di Finlandia, i gabbiani che dal mare si spingono in volo sulle case, attirati forse dal profumo di salsicce che qualcuno sta cuocendo da qualche parte lì sotto.

Cosa vedere a Tallinn: Kalàmaja

Tallinn, una strada del quartiere Kalamaja

Per chi vuole assaggiare un pezzetto della “vera Tallinn”, quella dove le persone vivono, lavorano, aspettano l’autobus e vanno a prendere i figli a scuola, al di là dei reperti medievali e dei negozi di souvenir, c’è Kalamaja. Questo quartiere appena sopra la Città Vecchia non è più il borgo di pescatori che era un tempo, ma rimane una delle zone più autentiche della capitale estone.

Kalamaja si affaccia sul Golfo di Finlandia ed è uno di quei luoghi che hanno un’anima. I turisti difficilmente si spingono fin qui, ed è un gran peccato perché passeggiare tra le case di legno dalle pareti colorate, camminando sui marciapiedi ricoperti di neve, tra negozi artigianali e caffetterie, è un bel modo per assaporare un po’ della vita reale degli abitanti.

La sopravvivenza di questo quartiere semplice e tradizionale è tutt’altro che scontata. La striscia affacciata sul Baltico è già in profonda trasformazione. Una posizione e un panorama così, d’altra parte, non potevano che attirare la speculazione edilizia che, via via, sta sostituendo le tipiche case in legno verniciate con colori vivaci e scrostate dalla salsedine, con moderne palazzine di appartamenti costosi dalle vetrate giganti rivolte verso il golfo.

Tra i progetti arrivati a Kalamaja recentemente c’è anche il polo museale dedicato alla storia della marina e della navigazione, che ruota attorno al vecchio hangar degli idrovolanti (Lennusadam Seaplane Harbour). Un edificio dalla volta altissima e dall’atmosfera suggestiva dove oggi si può seguire un percorso particolarmente interattivo che ripercorre l’evoluzione delle imbarcazioni, fare uno spuntino al caffè-ristorante di design elegantemente minimal e persino provare l’esperienza di entrare all’interno di un vero sottomarino.

Cosa vedere a Tallinn: Telliskivi

Telliskivi Creative City, Tallinn

Da appassionata di street art non potevo che amare Telliskivi Creative City, città nella città dedicata all’arte e al colore. Anche in questo caso si tratta di un ex complesso industriale, trasformato in una cittadella per street artist, designer e creativi in generale.

A differenza di Rotermann, però, Telliskivi è è meno chic e più hipster. Facendo un paragone con il quartiere più trendy di Brooklyn, potremmo definire Telliskivi una piccola Williamsburg sul Baltico.

Le pareti esterne delle vecchie fabbriche ospitano bellissimi murales colorati. All’interno degli edifici, si trovano invece negozi di design nordico, birrerie artigianali, caffetterie ed esposizioni di giovani artisti locali.

Uno dei fabbricati ospita il museo di fotografia svedese Fotografiska. Particolarmente amato, poi, l’F-Hoone, ristorante e caffè luminoso dalle alte vetrate industriali dove si può mangiare a un tavolo accanto alle finestre osservando i murales che caratterizzano il quartiere.

A delimitare Telliskivi è un vecchio binario dismesso della ferrovia, dove si trova anche un vagone trasformato in bar.

Cosa fare a Tallinn: Kadriorg

Il palazzo barocco di Kadriorg, fatto costruire dallo zar di Russia

Kadriorg non è solo il parco più grande di Tallinn, ma anche un luogo amatissimo dai residenti e molto frequentato d’estate. Un po’ meno d’inverno, quando l’ho visitato io, ma il fascino dato dal laghetto ghiacciato e dai giardini bianchi di neve che circondano il magnificente palazzo imperiale, rendono l’atmosfera incantevole anche nella stagione fredda e lo trasformano in un piccolo regno di ghiacchio.

Il Palazzo di Kadriorg (o Kadrioru in estone) è il gioiello barocco del parco. Ostentatamente frivolo, è pomposo e iper-decorato come ci si aspetta da un palazzo imperiale. L’edificio, infatti, è una reminiscenza della dominazione russa degli zar. Fu Pietro il Grande a farlo costruire come omaggio all’imperatrice Caterina I subito dopo aver conquistato l’Estonia

Il cuore del palazzo è il notevole salone centrale dalle alte vetrate e il trionfo di stucchi e affreschi. Le stanze di Kadriorg Palace sono, poi, la sede di una parte del museo nazionale d’arte e, in particolare, dei quadri di artisti olandesi, tedeschi e italiani.

All’interno del parco si trovano altre collezioni d’arte tra cui il Kumu, il museo di arte moderna e contemporanea allestito in un imponente edificio contemporaneo a forma di semicerchio. C’è anche una graziosa tea house accanto al laghetto.

Cosa mangiare a Tallinn

Tallinn, Maiasmokk Cafè

Come molte cose della cultura estone, anche la cucina è un mix di elementi raccolti nei secoli da influssi scandinavi, tedeschi e russi. Quella estone è una cucina più di terra che di mare e affonda le radici nei rigogliosi boschi del paese. Ecco una lista sintetica con alcune cose da assaggiare:

  • pane nero di segale: onnipresente, non c’è pasto senza;
  • selvaggina: dai boschi estoni alce, cinghiale, anatra selvatica, fagiano e persino orso;
  • maiale: proposto in tutte le salse, è l’alimento più cucinato;
  • salmone e trota: i pesci del Baltico amati dagli estoni, freschi o affumicati;
  • pärmi kohupiimasai e pärmi kaneelisai: deliziose girandole di pasta sfoglia alla cannella o alla ricotta;
  • birra dolce al miele: prodotta secondo l’antica ricetta medievale;
  • Vana Tallinn: il dolce liquore nazionale, un’istituzione;
  • glögg: la versione estone del vin brulè, perfetto per le fredde giornate invernali.

Dove mangiare a Tallinn

F-Hoone, Telliskivi Creative City

La Città Vecchia per le taverne in stile medievale e le pasticcerie, Rotermann per i ristoranti cool e la cucina fusion, Telliskivi per le birrerie artigianali e l’ambiente hipster. Ecco i miei indirizzi preferiti dove assaggiare un po’ di cucina tradizionale estone, ma anche sperimentare contaminazioni. Attenzione, però, con gli orari: in Estonia la cucina chiude molto presto come nella gran parte del Nord Europa e, anche se ci troviamo in una capitale, dopo le dieci diventa difficile trovare un piatto caldo, come ho sperimentato a mie spese.

  • F-Hoone: ristorante e caffè di culto nell’hub creativo di Telliskivi, luminoso, post-industriale;
  • Olde Hansa: la taverna in stile medievale migliore della Città Vecchia, lume di candela, camerieri in costume storico e menu autentico (tra cui salsicce di orso!);
  • Peppersack: un’altra taverna medievale tra le più gettonate del centro storico, ma io l’ho amata a colazione per i dolcetti di ricotta (pärmi kohupiimasai);
  • Rahva Raamat: unisce libreria e caffetteria in un’atmosfera calda e accogliente;
  • Maiasmokk: la pasticceria più antica dell’Estonia con un maxi carillon in vetrina, ampia varietà di torte e dolcetti e un museo del marzapane;
  • I ristoranti di Rotermann: thai, ramen, tacos, italiano… cucina fusion e chic come a Soho;
  • Bogapott: caffè con un grazioso cortile dove fare una sosta mentre si percorre la salita verso la collina di Toompea.

Cosa comprare a Tallinn

Città Vecchia di Tallinn, porta Viru

Legno e lana sono i materiali di gran lunga più utilizzati per gli oggetti artigianali a Tallinn. Ecco, quindi, alcuni suggerimenti per souvenir e oggetti da portare a casa e ricordare Tallinn quando il viaggio finisce:

  • Vana Tallinn: non può mancare una bottiglia di questo liquore cult;
  • Guanti, sciarpe e cuffie fatti a mano al mercato della lana: d’inverno in piazza Raekoja, tutto il resto dell’anno accanto alla porta Viru;
  • Calze Suva: questa azienda estone produce calzini in lana caldissimi e dai disegni più svariati; il factory shop si trova a Kalamaja (Vana-Kalamaja, 9);
  • TrickTrek wooden lab: questo adorabile negozietto vende giocattoli meccanici in legno realizzati da una giovane coppia di artigiani (Rüütli, 4);
  • Homeart: design in stile scandinavo, ma con calore, oltre a un angolo caffè, a Telliskivi;
  • Kauplus Suveniirid: regno del kitsch, negozietto strettissimo e affollato di souvenir classici e chincaglierie di nostalgia sovietica, gestito da un pittoresco signore russo, che ha comunque i prezzi più bassi della città (Viru tänav, 12).

 © Copyright testi e foto: Serena Marchini/Don’t Think Just Go

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