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Riga: weekend nella capitale della Lettonia

don't think just go riga canal

Un week end nella capitale della Lettonia è come leggere una fiaba tutta d’un fiato. Tra leggende, fantasiose architetture liberty e scorci romantici, Riga è tutta da scoprire.

Difficile decidere se Riga sia più sovietica o scandinava. La capitale della Lettonia ha un pizzico dell’atmosfera malinconica est-europea e altrettanto della funzionalità nordica. Le sue strade profumano del legno delle saune misto all’odore intenso dei ravioli russi alla carne tanto amati dai lettoni, seppure orgogliosi di aver guadagnato, nel ’91, l’indipendenza da Mosca.

piazza di vecriga riga in lettonia

La piazza della cattedrale nella città vecchia

Forse è meglio liberarsi fin da subito dall’ansia di appiccicare un’etichetta a Riga e, piuttosto, lasciarsi trasportare dalla sua atmosfera, perdersi tra i vicoli di Vecrīga (il centro storico patrimonio Unesco) o nella lunga fascia verde che costeggia il corso medievale del Pilsētas Kanāls dove, tra l’altro, si possono fare incontri interessanti: la statua del ballerino lettone Maris Liepa mentre esegue un arabesque di fronte al Teatro dell’Opera, o il sindaco George Armistead, in bronzo, che passeggia lungo la romantica riva del Kanāls, consorte sottobraccio e fido al guinzaglio.

statua george amistad riga

La statua del sindaco George Amistad e nella moglie nel parco che circonda il Pilsetas Kanals

Si respira un’aria sospesa tra fiaba e realtà. E se c’è un posto dove i personaggi delle favole sembrano aver trovato casa, questo dev’essere la capitale lettone. Le sue facciate, le sue chiese, i suoi palazzi sono popolati da migliaia di curiose figure. E’ il quartiere art nouveau ad offrirne, tra cornici e portoni, il campionario più vasto.

Attorno ad Alberta Iela ed Elizabetes Iela fioriscono quasi ottocento edifici decorati secondo la versione righese dello Jugendstil, che fanno della città baltica la vera capitale europea dell’art nouveau, superando in quantità persino Parigi.

Dalle pareti e dai cornicioni si affacciano gargoyle, sfingi, aquile, teste di Medusa e chi più ne ha più ne metta. Una cittadinanza silenziosa che osserva dall’alto i passanti. Per la maggior parte è opera dell’architetto Michail Eizeinstein, padre del regista de “La Corazzata Potemkin”, anch’egli nato a Riga.

quartiere art nouveau riga

quartiere art nouveau riga
Spingete il naso all’insù e lasciate andare i piedi. E se vi piace l’idea di tuffarvi all’indietro fino agli anni Venti, non mancate di fare tappa al Centro Art Nouveau (Rigas Jugendstila Muzejs, Alberta iela 12), una casa d’epoca ricostruita in ogni dettaglio. Proseguite il viaggio nel tempo con un souvenir al negozietto di fronte al museo e uno spuntino sprofondando nelle poltrone di velluto dell’elegante caffè Sienna (Strēlnieku iela 3), che serve ottime quiche salate e irresistibili dolci.

Le “strane presenze” non sono confinate al quartiere art nouveau. In città non è raro imbattersi in figure fiabesche. E se chiedete di favole e leggende, tutti a Riga vi indicheranno la Casa del Gatto (Meistaru Iela, 10), che prende il nome dalla statua del micio appollaiato sul tetto. Una leggenda dice che il proprietario lo fece installare con il posteriore rivolto alla Grande Gilda, la sede della corporazione di mercanti che gli aveva rifiutato l’affiliazione.

artista in una piazza di riga

Un artista espone i suoi quadri a Vecriga, il centro storico della città

Città di ricchi commercianti e di storie fantastiche, Riga. Un’altra di queste narra che in piazza Ratslaukums fece la sua prima comparsa l’albero di Natale, avvistato nel medioevo davanti alla Casa delle Teste Nere, altra confraternita di mercanti, ma questa volta tedeschi, celibi e con parecchia voglia di divertirsi. Durante una delle loro scatenate feste, i confratelli, piuttosto brilli, avrebbero ricoperto l’abete della piazza con tutto ciò che capitava sottomano, dando involontariamente origine alla tradizione.

Distrutta da un bombardamento tedesco durante la seconda guerra mondiale e definitivamente rasa al suolo dai sovietici qualche anno dopo, la Casa delle Teste Nere è sempre rimasta nel cuore dei lettoni, tanto da ricostruirla tale e quale nel 2001 per l’ottocentesimo anniversario della fondazione della città.

piazza ratslaukums riga

La Casa delle Teste Nere

Passeggiando nei paraggi allo scoccare dell’ora, quando le campane della vicina cattedrale luterana di San Pietro (che offre una vista sensazionale sulla città dalla guglia gotica alta 72 metri) intonano una dolce melodia, l’impressione sarà quella di un perfetto carillon. Oggi la Casa delle Teste Nere ospita l’info point turistico. Niente più feste, ma il grande abete addobbato resta una delle attrazioni natalizie più amate della città.

Poco distante si trova la sede del Museo dell’Occupazione Lettone (momentaneamente trasferito per lavori in Raiņa bulvāris 7), uno dei pochi che valga la pena visitare tra i tanti sorti in città per rimpolpare l’offerta museale in occasione del titolo di Capitale Europea della Cultura 2014. E’ una tappa imperdibile per comprendere fino in fondo l’anima fiera e indipendente dei lettoni, sopravvissuta ai decenni di occupazione sovietica e nazista.

cattedrale san pietro riga

La vista sulla città dalla guglia della cattedrale di San Pietro

Un’anima che si esprime, ancora una volta, attraverso una fiaba: quella dei musicanti di Brema, la cui statua fu collocata nel 1990 dietro la chiesa di San Giovanni (Skarnu iela). Gli animali fuggiti dalla fattoria e diventati padroni di sé stessi alludono alla perestrojka di Gorbaciov e auspicano l’imminente indipendenza lettone. Dando un’occhiata alla piazza troviamo, poi, una fila di signore, forse balzate fuori da un racconto di Dickens, che sferruzzano calze, guanti e cappellini in calda lana baltica da vendere ai turisti.

riga old town

Una strada di Vecriga, il centro storico della capitale lettone.


Quando cala la sera, le strade della città si profumano di Black Balsam
, il potente liquore nazionale ricavato da un mix di erbe e servito anche in versione cocktail. Da provare il Clavis Riga (“le chiavi di Riga”), vincitore di un contest che ha eletto il cocktail ufficiale della città. Ottimo quello del Balzambars, uno tra i numerosi locali e negozietti di artigianato che hanno trovato posto nelle ex Caserme di Jacob (Torna Iela 4), nel cuore della città vecchia. In città, pub e bar sono numerosi e vivaci ed è sorprendente vedere quanti di questi siano all’aperto nonostante la lontananza dall’equatore.

Sarà per i bicchieri di balsamo nero, per il fenomeno estivo delle notti bianche che illumina il cielo di bagliori da sogno o per le tante figure che sporgono il muso da tetti e cornicioni, ma a Riga le notti sono speciali. Al mattino, forse, ci ricorderemo di non essere capitati dentro a una favola, ma in una città vera.

photo credits: ©SerenaMarchini

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2 Comments

  • Reply
    roberta
    9 Agosto, 2017 at 10:46 am

    queste foto e d il racconto mettono una gran voglia di partire..tra l altro meta che mai avevo considerato lo devo ammettere!

    • Reply
      serena marchini
      10 Agosto, 2017 at 8:46 pm

      Grazie, sono felice che ti sia piaciuto 🙂
      Trovo che i paesi del Baltico siano davvero magici.

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