New York Storie

La mamma di Ari

crown heights houses

Ieri mi è capitato di incontrare una di quelle persone capaci di darti vibrazioni positive e ispirazione: la mamma di Ari.

Ari Halberstam aveva 16 anni il 1° marzo del 1994. Era altissimo, quasi due metri, e amava il basket. Quel giorno, un terrorista islamico fermò il suo scuolabus che stava percorrendo il ponte di Brooklyn, salì e gli sparò. Ari morì 4 giorni dopo.

Quando la incontro al Jewish Children Museum, Devorah Halberstam sta raccontando la storia di Ari a un gruppo di bambini tra i 7 e i 9 anni, arrivati da varie scuole di Brooklyn. La maggior parte sono afroamericani.

Io invece sto facendo ricerche per scrivere un articolo su Crown Heights, il quartiere di Brooklyn che mi ospita da quasi un mese, il suo equilibrio multirazziale e il recente processo di “gentrification”, ovvero: il quartiere è diventato di moda, vengono a viverci sempre più giovani professionisti e il prezzo delle case si impenna. Mi siedo in fondo alla sala e prendo appunti.

“Sapete qual era il cibo preferito di mio figlio?”, chiede Devorah.
“La pizza!”, urlano le testoline tutte in coro.
“Bravi! La pizza. Proprio come voi”.

Devorah ha già catturato l’attenzione dei bimbi. E’ piccola ma energica. Dimostra molto meno dei suoi anni. Truccata, piega perfetta, tacchi altissimi e cappotto di Armani, la mamma di Ari ha un look molto diverso dalle altre donne e ragazze ebree che vedo passeggiare nel quartiere, che sembrano sempre voler passare inosservate.

La mamma di Ari racconta ai bambini cos’è successo al figlio, senza usare mezzi termini: “Gli hanno sparato in testa”.
Un grido si solleva dalla platea. I bimbi hanno gli occhi sbarrati.
“E sapete perché l’hanno fatto?”
“Perché era ebreo”, mormora Zora a testa bassa. Da dietro vedo solo due gomitoli di treccine arrotolate su sé stesse.

Dopo la morte del figlio, Devorah Halberstam ha deciso di provare a educare le persone a non odiarsi. Ha fondato un museo dove, tra giochi ed esperienze didattiche, si spiega ai bambini di tutte le etnie che cos’è la religione ebraica e come funzionano le tradizioni degli ebrei. Non solo. Per 25 anni, con la sua fondazione, ha girato il mondo per promuovere la cultura del dialogo e della pace.

“Sono convinta che se ci conosciamo, ci capiamo. E se ci si capiamo, non ci odiamo”, mi spiega mentre la intervisto, dopo che i bambini sono usciti e tornati ai loro scuolabus gialli.

Alla fine dell’intervista mi saluta stringendomi forte le mani e mi dice: “Grazie di essere venuta”.

E mi sorprende che questa donna che ha parlato alle Nazioni Unite e costruito un museo stia ringraziando me, che non ho fatto un bel niente.

[ New York, Brooklyn, Crown Heights, Jewish Children Museum ]

photo credits: ©SerenaMarchini

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