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Un giorno di novembre a Boston

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Sul Flixbus delle 8pm di ritorno da Boston a New York io e Sanjay, il ragazzo indiano che siede dietro di me, cerchiamo di decidere se ci piacerebbe di più vivere a Boston o a New York City.

Entrambi abbiamo passato solo una giornata nella capitale del Massachusetts, che sicuramente meriterebbe più attenzione.

Anche Sanjay era sul bus della mattina, ma io non me ne sono accorta perché ero troppo impegnata a odiare la rumorosissima comitiva di turisti romani che mi ha impedito di schiacciare un pisolino.

“Credo proprio che preferirei Boston, è molto più tranquilla”, mi dice Sanjay.
“E’ vero, incredibilmente più tranquilla e molto signorile. – rispondo – Oggi, a parte al mercato coperto Quincy Market, che era pienissimo, in giro non c’era quasi nessuno. Però forse mi mancherebbe l’energia di New York. E’ talmente elettrizzante”.
“Sì, però dopo un po’ stanca. In mezzo a tutti quei grattacieli io ogni tanto mi chiedo: ma dov’è il cielo?”, dice Sanjay.
“Per me che sto a Brooklyn è un po’ diverso – rispondo – Tutte case basse, viali alberati, tanti parchi e un’atmosfera generale molto più rilassata. Sceglierei comunque questa parte della città. O al massimo, se proprio avessi tanti tanti soldi, a Manhattan vivrei a Nolita così potrei andare tutti i giorni a leggere al giardino di Elizabeth Street, fare merenda con la cheesecake di Eileen’s e verso sera salire al rooftop bar del Public Hotel per guardare il tramonto”.

Non giungiamo a una conclusione, anche perché dopo un po’ l’autista del Flixbus spegne le luci e io mi addormento.

Boston è una bella città borghese che tiene in grande considerazione la sua storia. Per noi europei può apparire strano per una città fondata nel 1630, ma per gli americani Boston è “antica”.

E anche un po’ sacra. E’ da Boston che è partita la guerra d’indipendenza americana dagli inglesi e seguendo il Freedom Trail, un itinerario che si snoda nel centro storico, se ne possono rintracciare tutti i luoghi simbolo.
Come New York anche Boston ha una Chinatown, infinitamente più piccola ma forse più autentica, e un distretto dei teatri, che però non è nemmeno lontanamente paragonabile a Broadway.

Anche qui c’è un parco al centro della città, il Boston Common, dove ho notato che gli scoiattoli sono più amichevoli di quelli di Central Park e anche più grassottelli.

La parte della città che mi è piaciuta di più è Beacon Hill, un quartiere storico a nord del parco con viette alberate, case in mattoni rossi e marciapiedi anch’essi in cotto illuminati da lampioni antichi. E’ una zona dall’atmosfera raffinata e piuttosto nordeuropea.

Se vivessi a Boston abiterei a Chestnut Street, in una delle sue belle case eleganti dalle porte laccate di rosso”, avrei detto a Sanjay se fossi rimasta sveglia.

Appena un gradino più sotto nella mia classifica c’è la zuppa di vongole che – lo ammetto – rimarrà tra i miei ricordi più cari di Boston. Un amico che conosce bene la città perché ha studiato al MIT mi ha detto: “Non azzardarti a tornare a New York senza aver assaggiato il clam chowder! Lo servono dentro una pagnotta di pane!”.

Sono contenta di averlo ascoltato perché questa zuppa di vongole e patate densa e cremosa rovesciata dentro a una pagnotta è una delle cose più buone che abbia mai mangiato. Senza contare che mi ha resuscitata dopo aver passato quasi tutta la giornata al gelo.

[ Boston ]

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